Questa la proposta espressa nell'intervento del dott. Gian
Marco Boccanera, allo Speakers' Corner sulla Mediazione tenutosi lo
scorso 13 luglio 2012 presso la Sala della Mercede (Camera dei Deputati-Roma).
Già nel marzo 2009, ho immaginato nel mio progetto COMM-UNICO alcune visioni ed intuizioni sul futuro sviluppo della Mediazione, quando si chiamava ancora CONCILIAZIONE e quando doveva essere ancora varata la legge delega 69/2009 del successivo luglio 2009, e quando non esistevano neanche i decreti attuativi.
Quelle visioni e intuizioni si sono ora,
retrospettivamente a distanza di oltre 3 anni, rivelate lungimiranti e
trendsetting. Il Progetto COMMUNICO sulla Mediazione prevede alcuni
pilastri di base sulla diffusione della Mediazione in Italia, non solo
come Istituto Giuridico a disposizione di una categoria professionale
unica, ma come Istituto strategico di Sistema a disposizione di TUTTE le CATEGORIE PROFESSIONALI , che nel Paese ammontano ad oltre 2 milioni di professionisti.
Nel Progetto COMM-UNICO avevo immaginato:
1) che la CONCILIAZIONE (ora Mediazione) doveva essere per TUTTI i Professionisti e
non per una sola e limitata parte di essi, come invece si tendeva
erroneamente ad accreditare all’epoca (2009). Il SAPERE TECNICO di TUTTI
i Professionisti ritenevo poteva essere di grande aiuto alla buona
riuscita del nuovo Istituto Giuridico della Mediazione, facendolo
diventare Istituto Strategico e strumento per il miglioramento del
Sistema-Paese, finalizzandolo alla riduzione della COMPLESSITA’ e alla
ricerca di SOLUZIONI FACILITATIVE e CREATIVE sul versante degli
investimenti Pubblici, sul Patrimonio Pubblico e sul contenimento
efficace della Spesa Pubblica (ora SpendingReview).
2) Che in una fase di gravissima
Crisi Sistemica come quella che stiamo vivendo a livello globale e per
la quale tre anni fa assegnavo durata di 5/10 anni, le Professioni,
nella loro totalità e nel rispetto delle peculiari competenze tecniche
di ciascuna, potevano far emergere un rinnovato loro RUOLO SOCIALE nella collettività (social
footprint). Che ne avrebbe rinvigorito e rafforzato l’immagine dinanzi
alla platea collettiva, accreditandone la permanenza come ancora
necessarie, poiché foriere di VALORE Sociale da aggiungere e non da
togliere. E che questo Ruolo Sociale potesse essere misurabile e
suscettibile di emulazione (mimesi), anche attraverso specifiche
trasmissioni, format e contest televisivi, radiofonici, via internet, e
via SocialMedia.
3) Che per la buona riuscita della
Mediazione finalizzata alla Conciliazione, si doveva insistere tanto
sulla figura del Mediatore, quanto su quella del FACILITATORE,
negoziatore di parte, promotore della conciliazione, accompagnatore,
consulente di parte, assistente di fiducia alle trattative. Nella
consapevolezza che il Mediatore/Conciliatore è soggetto in attesa di
chiamata, mentre il FACILITATORE (negoziatore di parte) è soggetto
propulsivo, propositivo e pro-attivo rispetto alla creazione dei FLUSSI
di MEDIAZIONI. Il mediatore attende che venga nominato, mentre il
Facilitatore ricerca clienti da accompagnare in Mediazione e quindi ne
contribuisce strategicamente allo sviluppo. Il FACILITATORE è
professionista “PUSH” ovvero è lui che spinge la Mediazione verso un
determinato Organismo e lui che consiglia la parte di cui gode fiducia,
di andare in mediazione con la propria assistenza professionale. Il
Mediatore attende solamente che venga nominato dall’Organismo nel quale
la Mediazione è GIA’ approdata. IL FACILITATORE poi consente la
realizzazione della Mediazione Telematica, essendo punto di referenza
con il suo Studio e le sue attrezzature informatiche di connessione per
la gestione efficiente e in via delocalizzata e remotizzata della
mediazione, lontano dal centro di mediazione.
4) Che occorreva definire un TREND,
una linea di tendenza collettiva, quasi una moda, un trend-topic, che
identificasse l’atteggiamento mentale e d’animo per affrontare questo
nuovo Istituto della Mediazione, di tipo strategico-sociale prima che
giuridico, trend che io ho definito PAX-APPEAL,
identificando – del pari del SexAppeal- l’irresistibile attrazione
emozionale all’approccio di gestione consensuale, pacifica e creativa
del conflitto, al posto dell’abitudine allo scontro tra posizioni e alla
vana litigiosità non incanalata. Avversarialità come abitudine che
lascia il posto alla Mediabilità come nuova abitudine, passando “dall’
ars dimicandi all’ars conciliandi” con tutte le sue appendici di
formazione, divulgazione e diffusione nell’immaginario collettivo.
5) Che lo sviluppo della Mediazione così organizzata avrebbe consentito alle Professioni di realizzare un efficace PATTO INTERGENERAZIONALE tra Professionisti Giovani (Juniores) e Professionisti Anziani (Seniores),
poiché avrebbe aperto ai primi le porte di nuove opportunità lavorative
professionali, tali da concorrere al mantenimento in equilibrio delle
Casse Professionali a vantaggio dei secondi. Il concetto è di una certa
rilevanza proprio ora che si prospetta dinanzi a noi un periodo di Crisi
lunga e defatigante, soprattutto sotto la voce redditi professionali,
in drammatico calo per pressoché tutte le professioni, come riportato in
questi giorni dai più autorevoli quotidiani italiani secondo i quali le
riduzioni di fatturato 2012 dei professionisti potrebbero arrivare a
-40% rispetto all’anno precedente. Infatti l’onda lunga della crisi
finanziaria, produce la crisi economica e poi quella professionale. Ed è
esattamente quello che avviene adesso. Ferme rimanendo le spese da
sostenere, che portano le professioni ad un rischio “di sottozero” nei
redditi, in quanto le spese fisse dello Studio e del “fare professione”
sono comunque da onorare , anche nell’ipotesi di forte contrazione e
sistematica riduzione tendenziale verso zero dei fatturati
professionali.
6) Che il vantaggio che le
Professioni, tutte le Professioni, avrebbero potuto dare all’Istituto
della Mediazione avrebbe consentito una serie di risparmi collettivi di
Sistema-Paese sotto l’ottica di minori costi sociali per:
spese sanitarie di diagnosi, cura e trattamento di malattie che
ingenerano dal conflitto e dalla sua diuturna perpetuazione (malattie
cardiache, mentali, stress, somatizzazioni, interiorizzazioni e sfoghi
incontrollabili, etc), ma anche minori spese di gestione ordinaria del
conflitto stesso, minori spese di traffico spostamento ed inquinamento
per esigenze di mobilità connesse al modo tradizionale di affrontare il
conflitto, minori spese amministrative. Questo avrebbe permesso la
liberazione di Risorse Nazionali dal conflitto ed anche l’emersione di
Best-Practices collettive (buone prassi) nell’affrontare problematiche
seriali che potevano essere trattate con l’esperienza di mediazione di
un buon precedente di successo, ed applicate in via replicativa
successiva. Ed anche con la diffusione nei MassMedia , tradizionali e
nuovi Media, delle esperienze pratiche in tal senso.
7) Che la gestione INFORMATICA e TELEMATICA della Mediazione/Conciliazione, che ho definito MEDIAZIONE FACILITATA via internet,
avrebbe consentito la realizzazione dei punti precedenti. Gli attuali
strumenti telematici e di comunicazione digitale consentono la gestione
della Mediazione con efficienza e con grande efficacia. Le piattaforme
telematiche cui facevo riferimento sono a basso costo (tipo Skype) e
realizzabili sin da subito negli Studi Professionali. O almeno in quelli
più avanzati sulla frontiera tecnologica. La Mediazione telematica
sarà una delle direttrici strategiche principali di sviluppo futuro
dell’ Istituto. Perché remotizza e delocalizza lo svolgimento
dell’intero percorso di mediazione e consente enormi efficienze di
struttura.
La mia proposta: sviluppare la mediazione e il ruolo del facilitatore.
La PROPOSTA che faccio ora ai miei illustri ed attenti interlocutori dello Speaker’s Corner è quella di dare un convinto IMPULSO alla Mediazione su internet.
La Mediazione su INTERNET, così come l’avevo immaginata nel Progetto
COMMUNICO nel marzo 2009, è un MODO di gestire la mediazione,
attraverso il quale le parti in lite si incontrano insieme ai loro
consulenti di fiducia (=NEGOZIATORI DI PARTE), che hanno la funzione di
promotori della conciliazione, e di facilitatori nella ricerca di un
possibile accordo massimamente conveniente per entrambe.
I consessi di mediazione si svolgono
PREVALENTEMENTE in via remota e digitale tramite gli Studi dei
Facilitatori collegati al Mediatore-Tutor in via telematica su reti ADSL
o simili. Il Facilitatore o NEGOZIATORE di parte,
quale espressione di pax-appeal, ha l'ottica di fare il massimo per
arrivare ad un accordo, al fine di tutelare il mantenimento dei rapporti
dei clienti e gli interessi collettivi, e riveste un RUOLO FONDAMENTALE
poiché PROMUOVE LA MEDIAZIONE, ASSISTE LA PARTE quale negoziatore di
fiducia, e INDIRIZZA i flussi di mediazione all'organo di Mediazione
accreditato, che più ritiene competente per la materia trattata o idoneo
al caso di specie. Avevo previsto che nel tempo sarebbe venuta a
stabilizzarsi l’attività principale degli Organismi Centri di
Mediazione, rivestita in via principale dalla formazione a pagamento dei
Mediatori, per lasciare spazio all’attività “sul campo” nella
attrazione e gestione delle mediazioni. I Centri di mediazione sono
ora in feroce competizione tra loro sullo stesso mercato di riferimento
(marketplace) delle mediazioni da attrarre e da gestire. Sicché
prediligere il rapporto con i Facilitatori avrebbe consentito in via
strategica di direzionare più o meno efficacemente i flussi di
mediazione a questo piuttosto che a quell'altro Centro. La mole di
flussi informativi, conciliativi e di via vai di persone, potrà essere
gestita non con modalità tradizionali, bensì con modalità innovative,
informatiche e remotizzate, nell’ottica della DELOCALIZZAZIONE delle
Mediazioni, attraverso le quali il facilitatore potrà essere PUNTO DI
REFERENZA per i propri clienti, ed anche dei Centri.
Il FACILITATORE, quale Professionista Negoziatore di Parte, è FIGURA ASSAI PIU' STRATEGICA del MEDIATORE,
poiché quest'ultimo gestisce la procedura di Mediazione, solo DOPO che
la stessa è stata attivata. Mentre il primo ne è il promotore. Le due
figure professionali, Mediatore e Facilitatore, sono assolutamente
SEPARATE e DISTINTE. Ampia è la libertà dei "Facilitatori di fiducia"
di esplorare proposte o soluzioni. Il Centro di Mediazione scelto dalle
parti fornisce il Mediatore e opera come anello di congiunzione
mediante servizi centralizzati di TUTORAGGIO, di rilancio e di
riferimento, di NETWORKING, nonché di indicazione di possibili soluzioni
"OPEN SOURCE" da sviluppare a cura dei Facilitatori. I Facilitatori
delle parti operano in tal modo come SVILUPPATORI delle basi
dell'accordo, in assistenza delle rispettive parti/clienti. Sono i
consulenti di negoziazione. Il Centro di Mediazione mette a
disposizione un proprio mediatore/tutor, che opera prevalentemente in
modalità informatica via internet, attraverso scambio documentale in
formato digitale (sharing docs) e videoconferenza MULTIPLA con i
facilitatori delle parti via web e con le parti stesse. Le parti si
riuniscono presso lo Studio dei propri rispettivi Facilitatori, e il
Mediatore presso il suo Studio individuale o presso il Centro di
Mediazione. Senza troppi spostamenti fisici delle parti, né dei loro
consulenti negoziali e neppure del Mediatore, viene superato il limite
fisico dell'ampiezza del Centro di Mediazione, e il limite temporale
della successione degli appuntamenti presso lo stesso (Delocalizzazione e
Remotizzazione delle Procedure).
Il Mediatore poi, recuperando tempo prezioso, può efficacemente svolgere la propria opera in MULTITASKING, operando in contemporanea su più mediazioni insieme. Sicché in tal modo il mediatore può riguadagnare maggiore profittabilità circa i suoi non elevati compensi, proprio grazie alla possibilità di gestire incarichi multipli in contemporanea tra loro. E si rende anche più compatibile l’aspettativa del sinallagma di quanto il mediatore riceve come compenso rispetto a quanto lavoro svolge per condurre la mediazione, posto che il “grosso“ dell’opera viene svolto dai Facilitatori. Il verbale dell'accordo finale può essere trasmesso e sottoscritto dalle parti e dai loro Facilitatori come scambio di corrispondenza informatica mediante P.E.C. (Posta Elettronica Certificata), con o senza firma digitale e possiede data certa di sottoscrizione. Tale fase conclusiva della Mediazione, al fine di non incorrere nel divieto di celebrare "tutto" il procedimento in digitale, come previsto dal D.M. 180/2010 (“esclusivamente”), può essere efficacemente svolta presso il Centro di Mediazione de visu tra le parti. Solo in questa fase finale, quindi, e non già per tutta la durata delle fasi preparatorie propedeutiche all’accordo, le parti potrebbero incontrarsi "dal vivo" al Centro per sottoscrivere, insieme ai loro Facilitatori e al Mediatore-tutor, il verbale di accordo della Mediazione.
Il Mediatore poi, recuperando tempo prezioso, può efficacemente svolgere la propria opera in MULTITASKING, operando in contemporanea su più mediazioni insieme. Sicché in tal modo il mediatore può riguadagnare maggiore profittabilità circa i suoi non elevati compensi, proprio grazie alla possibilità di gestire incarichi multipli in contemporanea tra loro. E si rende anche più compatibile l’aspettativa del sinallagma di quanto il mediatore riceve come compenso rispetto a quanto lavoro svolge per condurre la mediazione, posto che il “grosso“ dell’opera viene svolto dai Facilitatori. Il verbale dell'accordo finale può essere trasmesso e sottoscritto dalle parti e dai loro Facilitatori come scambio di corrispondenza informatica mediante P.E.C. (Posta Elettronica Certificata), con o senza firma digitale e possiede data certa di sottoscrizione. Tale fase conclusiva della Mediazione, al fine di non incorrere nel divieto di celebrare "tutto" il procedimento in digitale, come previsto dal D.M. 180/2010 (“esclusivamente”), può essere efficacemente svolta presso il Centro di Mediazione de visu tra le parti. Solo in questa fase finale, quindi, e non già per tutta la durata delle fasi preparatorie propedeutiche all’accordo, le parti potrebbero incontrarsi "dal vivo" al Centro per sottoscrivere, insieme ai loro Facilitatori e al Mediatore-tutor, il verbale di accordo della Mediazione.
Si capirà subito che tale attività,
certamente, può essere programmabile con facilità sull'agenda del
Centro, essendo una mera fase formale, alla quale si è giunti con la
preziosa attività preparatoria svolta da remoto dai Facilitatori
(insieme alle loro parti) e dal Mediatore, tutti dai loro rispettivi
Studi professionali. Tale ultima fase si presta, come è evidente, ad una
efficiente STANDARDIZZAZIONE di atti e comportamenti,
che non ha paragone con le fasi preparatorie dell'accordo, per loro
natura non preventivabili quanto a durata e quanto a numero di riunioni e
consessi Facendo svolgere tutto il "grosso" dell'attività da remoto e
in via delocalizzata attraverso gli Studi Professionali dei
Facilitatori e sotto l’egida di tutoraggio del Mediatore, il Centro si
troverà a lavorare solo sulla formalizzazione dell'accordo, assegnandone
a ciascuna mediazione un tempo e un orario standardizzato, e così
facilmente programmabile, senza imprevisti, né slittamenti a catena. Si
comprenderà allora, come in tal modo strategico concepita, la MEDIAZIONE
potrà avere una diffusione alquanto pervasiva (direi pandemica) poiché
implementabile e delocalizzabile fin da subito per il tramite degli
Studi Professionali già esistenti, in quanto necessita, a parte la
preparazione di base dei Professionisti-Facilitatori, semplicemente di
un PC, una web cam HD, un collegamento ADSL o XDLS in banda larga, un
software di interconnessione e condivisione in sharing documentale
low-cost via internet (come Skype o come Google Apps Premium o altri
simili). Strutture di base queste, che perlopiù sono già presenti presso
gli Studi Professionali. O almeno in quelli dei più giovani.
Le opportunità ritraibili in termini di compensi e di sviluppi professionali , atteso il vastissimo mercato di riferimento, sono di sicuro interesse.
Soprattutto in questo momento. Se la cosa poi potesse trovare luogo
negli ulteriori Decreti Regolamentari attuativi della legge 69/2009 o in
qualche loro emendamento, sarebbe un alto valore di spendibilità
politica in quanto senza obbligo di fonti di finanziamento (quindi a
costo sociale ZERO), e in quanto direzionato a favore di una categoria,
quella Professionale, che meno di altre può contare su forme alternative
di welfare e di sostegno in un momento di grave Crisi economica, che
erode quote rilevanti dei compensi professionali. La Categoria che
riunisce tutti Professionisti italiani - allo stato - conta oltre due
milioni di appartenenti. I Facilitatori delle parti, essendo consulenti
negoziali di fiducia, verranno dalle stesse pagati a tariffa
professionale o a forfait preconcordato in anticipo. Il Centro di
Mediazione e il Mediatore verranno pagati secondo le tariffe di
mediazione dallo stesso stabilite, salva la possibilità del recupero del
beneficio fiscale per entrambe le parti, come prevista dalla Legge
69/2009 e Dlgs 28 del 04.03.2010. Il Credito di imposta è stato
stabilito dall’art 20, 1° comma DLgs 28/2010 , a favore di ciascuna
parte in € 500,00 per il caso di raggiungimento dell’accordo , e in €
250,00 per il caso di non accordo.
Quale scenario della mediazione?
Penso che la MEDIAZIONE non ha ancora
avuto la giusta considerazione da chi è chiamato ad applicarla
(tecnostruttura) e da chi la può utilizzare (cittadini e imprese) perché
i numeri ancora non danno troppa soddisfazione. La Mediazione non è la panacea di tutti i mali che affliggono il nostro sistema Paese.
Non tutte le controversie poi possono essere risolte in mediazione,
vediamo ad esempio quelle liti meramente dilatorie che hanno come unico
obiettivo quello di sottrarsi al pagamento di somme di denaro e che
fanno leva sui tempi atavici della giustizia per allontanare il momento
della restituzione.
Tuttavia la MEDIAZIONE è un BUON METODO che
andrebbe coltivato e diffuso meglio. Immagino nel prossimo futuro che
il procedimento di mediazione si possa concentrare in un tempo
sufficientemente breve ma molto intenso e che possa essere gestito con
il ricorso MASSICCIO alla tecnologia digitale e alle forme di
connessione attualmente disponibili nell’arco delle 24 ore. Senza
soluzioni di continuità fino ad arrivare all’accordo condiviso, perché
l’intercettamento del libero accordo non accetta fissazioni di giorni e
orari rigidi di trattative che hanno solo convenzionalmente un inizio e
una fine, ma è qualcosa in divenire in cui le interazioni tra le parti
possono essere lasciate libere di fluire senza vincoli di orari e di
strumenti digitali.
La mediazione è una procedura a
formazione emozionale prima che giuridica, che vede la partecipazione
delle parti in via prevalente sui loro consulenti, e l’utilizzo di
meccanismi digitali di connessione e condivisione, come strumenti
privilegiati di articolazione di proposte e controproposte. Immagino
che la MEDIAZIONE possa essere gestita in fase negoziale attraverso una PLURALITA’ di strumenti digitali che
possono operare in completa delocalizzazione e remotizzazione delle
parti che vi partecipano, soprattutto in modalità mobile, eliminando
tutte le attività che siano solo a corollario della negoziazione pura,
prime tra tutte gli spostamenti fisici. E quando parlo di strumenti mi
riferisco non solo al telefono, all’ormai superato fax, alla mail,
all’audioconferenza VOIP, o alla videoconferenza su SKype o su sistemi
dedicati.
Con l’uso professionale dei nuovi device portatili di ultima generazione tipo iphone, Ipad, tablet, windbook, smartphones etc. e con la conoscenza dei SocialNetwork si possono trovare spazi ancora poco praticati di sviluppo creativo e innovativo della MEDIAZIONE.
Spazi che sono tutti da scoprire, ma che faranno grande leva sulla spinta emozionale e partecipativa delle parti verso un accordo condiviso e auspicabilmente duraturo.
Immagino che la FLUIDITA’ del percorso di MEDIAZIONE può prevalere sulla STATICITA’ degli appuntamenti fissi al Centro di mediazione, dove far intervenire tutte le parti coi loro consulenti e con spendita di grandi energie intermedie non finalizzate a negoziazione. Lo scambio di documenti e di atti, di proposte e controproposte, di files, di immagini, di video, di audio, di fogli di calcolo, di foto e schemi, di radiografie e presentazioni, di materiale multimediale di ogni tipo , può FLUIRE tra le parti e i loro consulenti negoziali per tutto l’arco delle 24 ore di tutti i giorni in cui la procedura di Mediazione dura, perché questo assicura che le parti partecipino emotivamente fino in fondo alla “loro” mediazione. E sentano l’accordo come un “loro” esclusivo e geloso prodotto, cui hanno contribuito con grande profusione e spendita di attenzione. A patto però che i loro professionisti negoziatori di parte (facilitatori) siano su una sufficiente ed aggiornata frontiera digitale e comprendano l’uso degli strumenti da usare e da far usare.
E soprattutto la tempistica strategica di utilizzo.
Questo farà la differenza nei prossimi anni tra i Professionisti Digitali e le loro capacità di rimanere sul mercato delle rispettive Professioni. Del resto DARWIN sosteneva che non è la più forte della specie quella che sopravvive, ma quella più reattiva al CAMBIAMENTO.
E il cambiamento è già iniziato.
Con l’uso professionale dei nuovi device portatili di ultima generazione tipo iphone, Ipad, tablet, windbook, smartphones etc. e con la conoscenza dei SocialNetwork si possono trovare spazi ancora poco praticati di sviluppo creativo e innovativo della MEDIAZIONE.
Spazi che sono tutti da scoprire, ma che faranno grande leva sulla spinta emozionale e partecipativa delle parti verso un accordo condiviso e auspicabilmente duraturo.
Immagino che la FLUIDITA’ del percorso di MEDIAZIONE può prevalere sulla STATICITA’ degli appuntamenti fissi al Centro di mediazione, dove far intervenire tutte le parti coi loro consulenti e con spendita di grandi energie intermedie non finalizzate a negoziazione. Lo scambio di documenti e di atti, di proposte e controproposte, di files, di immagini, di video, di audio, di fogli di calcolo, di foto e schemi, di radiografie e presentazioni, di materiale multimediale di ogni tipo , può FLUIRE tra le parti e i loro consulenti negoziali per tutto l’arco delle 24 ore di tutti i giorni in cui la procedura di Mediazione dura, perché questo assicura che le parti partecipino emotivamente fino in fondo alla “loro” mediazione. E sentano l’accordo come un “loro” esclusivo e geloso prodotto, cui hanno contribuito con grande profusione e spendita di attenzione. A patto però che i loro professionisti negoziatori di parte (facilitatori) siano su una sufficiente ed aggiornata frontiera digitale e comprendano l’uso degli strumenti da usare e da far usare.
E soprattutto la tempistica strategica di utilizzo.
Questo farà la differenza nei prossimi anni tra i Professionisti Digitali e le loro capacità di rimanere sul mercato delle rispettive Professioni. Del resto DARWIN sosteneva che non è la più forte della specie quella che sopravvive, ma quella più reattiva al CAMBIAMENTO.
E il cambiamento è già iniziato.
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