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lunedì 14 marzo 2011

Lo Sciopero degli avvocati e il boomerang australiano

L’ U.O.A. (Organismo Unitario dell’ Avvocatura) con delibera del 18-19 febbraio 2011 ha indetto lo stato di agitazione dell’Avvocatura e ha proclamato l’astensione dalle udienze e da ogni attività giudiziaria dal 16 al 22 marzo 2011 per protesta contro il D.Lgs 28/2010 e per la mancata proroga dell’obbligatorietà della media-conciliazione. Ovvero ha indetto lo Sciopero contro la Conciliazione.

Il  tentativo epocale di cambiare l’andamento delle cose nel settore Giustizia introducendo il tentativo obbligatorio di Conciliazione, come nella maggior parte dei Paesi succede da tempo,  non ha davvero incontrato il plauso dell’ U.O.A., soprattutto dinanzi alla confermata non-obbligatorietà della presenza tecnica dell’avvocato. Interpretata come eretico sacrilegio di prerogative professionali.

Tuttavia le circostanze e i tempi in cui è venuta a maturazione questa forma di protesta, culminante con il pronunciamento dello SCIOPERO dell’avvocatura e con l’astensione dalle udienze per una settimana (ridotta a netti tre giorni lavorativi per via di festività e ponte), si prestano a qualche considerazione di opportunità e finalità strategica, che potrebbe controvertire la mossa da favore in danno. 

1) Lo SCIOPERO dei legali  contro la Conciliazione coincide con la solennità del 150^mo dell’Unità d’Italia e sue celebrazioni che portano la data del 17 marzo 2011 a scolpirsi a chiare lettere nel registro della Storia del nostro Paese. Un Paese, l’ ITALIA, che al momento fa fatica a mantenersi coeso, a mantenersi unito e solidale, a trovare un modus e una giusta regola di convivenza civile tra tutte le sue diverse anime e classi sociali. Oltre che fa fatica a mantenere i redditi, soprattutto professionali, in un momento di devastante Crisi economica, i cui effetti perdureranno, a mio avviso, per altri 5/10 anni. Forse l’astensione dal partecipare al dovere civico che la Costituzione assegna all’Avvocatura può alimentare questo scollamento sociale, anziché costituirne prezioso collante?  In un esatto momento in cui si incensa l’UNITA’ d’Italia e si celebrano i tanti italiani che hanno dato la loro vita per consentirne il faticoso raggiungimento, lo SCIOPERO dell’avvocatura dalle prerogative che la Costituzione le assegna può essere un elemento di stonata, quanto grave dissonanza, rispetto allo spirito patrio celebrato? 


2) Lo SCIOPERO dei legali contro la Conciliazione coincide con l’entrata in vigore il 20 marzo 2011 domenica, anzi il 21 successivo lunedì, della Mediazione Civile e Commerciale. Questo Istituto giuridico nelle intenzioni del Legislatore nazionale dovrebbe fungere da strategico nella direzione del cambiamento di ottica: dall’ars dimicandi all’ars conciliandi, ovvero dall’abitudine allo scontro,  all’abitudine alla composizione concordata delle avverse posizioni ed interessi. Con benefici effetti (si spera) sul Sistema-Giustizia e ancora più in là sul Sistema-Paese, poiché la Mediazione consente la diminuzione dei costi personali e sociali connessi al conflitto, la liberazione di risorse nazionali, e la partecipazione delle parti allo svolgimento della procedura, e quindi la possibilità di esprimere esse stesse i veri ed effettivi  bisogni sottostanti la lite. Mi pongo allora una serie di domande. L’immagine dell’Avvocatura potrebbe risentire negativamente dello SCIOPERO indetto proprio ai fini anti-Conciliazione e anti-Mediazione? Ovvero potrebbe passare nell’Opinione Pubblica il convincimento che la categoria forense sia contraria a ipotesi di lavoro che, almeno sulla carta e nelle migliori intenzioni, siano a vantaggio della Collettività, della tenuta sociale, e della diminuzione della litigiosità, oltre che dell’abbreviamento di definizione delle controversie?  La Collettività potrebbe porsi il dubbio ed interpretare lo Sciopero alla stregua dell’adagio “causa che pende, causa che rende”, sì da interpretarlo come un estremo tentativo di mantenimento dello status quo?  L’Opinione Pubblica potrebbe valutare il ranking del ruolo sociale (social footprint) della categoria alla stregua di ciò che questa si propone di contrastare? 

3) Lo SCIOPERO dell’Avvocatura  non è finalizzato alla produzione di effetti positivi individuali, perché non è combattendole che si realizzano nuove opportunità di lavoro o aspettative di conseguirle. Anzi, lo sciopero continuerebbe sulla stessa linea strategica di opposizione al cambiamento che sta portando altre professioni ad avvantaggiarsi sul piano professionale dei posti lasciati inopinatamente e miopemente sguarniti in ambito MediaConciliazione. La poca convinzione di una parte rappresentativa importante dell’avvocatura quale l’ O.U.A. potrebbe divenire pesante ritardo di adeguamento, e percepirsi dall’Opinione Pubblica quale strenuo quanto vano tentativo di difesa di rendite di posizione ormai difficili a difendersi in un mondo in cui la velocità della luce è quella a cui avviene il cambiamento a tutti i livelli. Pure nelle Libere Professioni, nel loro accentuato e granitico conservatorismo. Ho avuto modo di esprimere settimane addietro questo mio pensiero sulle colonne del mio Gruppo di Discussione Linkedin sulla Conciliazione, cui vi invito ad aderire.

4) Lo SCIOPERO dell’Avvocatura sembra non aver convinto proprio tutti gli aderenti, dal momento che a quanto risulta, il Consiglio dell’ Ordine degli Avvocati di Ancona, per esempio, ha deliberato espressamente di NON ADERIRE, ribadendo convinzioni simili a quelle espresse in queste righe e potendo contare sul buon funzionamento operativo della Camera di Conciliazione di Ancona presso il locale Palazzo di Giustizia, essendo pure la città di Ancona Distretto di Corte d’ Appello. Quindi qualcuno fuori dal coro esiste, come esistono tanti giovani Colleghi avvocati che stanno abbassando la scure di guerra contro la Mediaconciliazione, avvicinandosi ad essa con fare più propositivo ed intravedendone i celati ma rilevanti aspetti utili ,che possono dar luogo ad un modo diverso ma più satisfattivo di far Professione in Italia nel terzo millennio.

5) Il Rischio è che lo SCIOPERO degli avvocati, non partecipato con convinzione da tutti i Colleghi, soprattutto dai più giovani, ma pervicacemente portato avanti dall’ U.O.A.,  possa controvertirsi in boomerang a svantaggio dell’immagine di tutta la categoria e del suo Ruolo Sociale percepito dall’opinione pubblica. Un BOOMERANG del tipo Australiano, poiché rischia di sospingere il  senso comune in modo avverso, invece che a favore, la professione legale, in spazi troppo lontani da raggiungere per raccoglierlo a fine corsa.

Gian Marco Boccanera.

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