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mercoledì 23 marzo 2011

Intervista di Gian Marco Boccanera a Buongiorno Economia, trasmissione di Reteconomy, Sky

Questa è la traccia dell'intervista rilasciata da Gian Marco Boccanera, Dottore Commercialista, a Buongiorno Economia, trasmissione in onda su Reteconomy, Sky, canale 906, il 21 marzo, data in cui è entrata in vigore la legge sulla conciliazione obbligatoria. Conduce Marco Pomaro (Dottore Commercialista), in studio anche Elisa Padoan (Redazione Reteconomy).


Marco Pomaro: Oggi entra in vigore l’Istituto della Conciliazione o Mediazione civile e commerciale. Quali sono, a Suo avviso,  i vantaggi della Conciliazione e come possono tradursi in beneficio per la Collettività?

Gian Marco Boccanera: I vantaggi della Conciliazione sono gli effetti benefici del passaggio della cultura dell’ARS DIMICANDI a quella dell’ARS CONCILIANDI, ovvero il passaggio dall’abitudine al combattimento verbale “faccia a faccia” e al litigio continuo,  verso l’abitudine alla pacifica composizione delle avverse posizioni.  Questo è un TREND che deve essere avviato nel Paese, che io ho chiamato PAX-APPEAL

Siamo un Paese profondamente diviso su tutto, per Storia e tradizioni culturali, e dobbiamo cercare maggior coesione sociale che consenta più dialogo e liberazione di risorse nazionali altrimenti inespresse, oltre che una diminuzione dei costi sociali che dipendono dal conflitto. La litigiosità non è un danno individuale, ma è diventata un danno nazionale. Occorre farla regredire a livelli più fisiologici per la tutela del Sistema-Paese ITALIA, ed in questo cimento le Professioni, tutte le Professioni nel rispetto di ciascuna COMPETENZA, possono esprimere un fondamentale contributo ed ottenerne una luminosa premialità: la riscoperta del loro RUOLO SOCIALE nella collettività.

“In un mondo pieno di Vergogna e di Rimpianto, fai qualcosa di cui essere orgoglioso”, questa è la scritta apparsa  come murales su un muro di Dublino, città irlandese duramente colpita dalla Crisi economica attuale (“In a World full of Shame plus Regret, do something to be proud of”), questo potrebbe essere lo slogan del necessario cambiamento di mentalità delle Professioni verso la Conciliazione, soprattutto della professione forense. Le Professioni possono esprimere una grande riscoperta del loro VALORE SOCIALE (social footprint) attraverso la convinta adesione e propagazione della CONCILIAZIONE, nell’ambito della quale possono esprimere un grande servizio collettivo, riconosciuto e apprezzato dall’ opinione pubblica e dal comune sentire.

Vantaggi per la Collettività sono: diminuzione del tasso di litigiosità, minori costi collettivi legati al conflitto e alla sua durata (malattie cardiache, psicosomatiche, depressioni, interiorizzazioni, scarso senso dello stato, frustrazioni indotte, sofferenze psicologiche, etc), maggior qualità della vita percepita e rafforzamento dei rapporti sociali di solidarietà, anzichè di conflitto, miglior funzionamento del sistema-giustizia, abbreviazione del timing sull’aspettativa di giustizia, ripresa dei contatti tra le parti in conflitto a vantaggio di ulteriori collaborazioni, sociali ed economiche (NO all’INCOMUNICABILITA’), maggior coesione sociale, aspettativa di partecipazione personale alla soluzione dei propri problemi e approccio di EMPATIA alla comprensione dei problemi altrui.  EMPATIA= capacità di comprensione delle sofferenze altrui, non è la simpatia.

Altri vantaggi sono: tasso atteso di risoluzione della controversia intorno al 70%, fissazione del prezzo dell’assistenza specializzata in anticipo e – auspicabilmente- in maniera trasparente. Partecipazione, fisica ed emotiva, delle parti ai consessi di mediazione. Riservatezza della trattative, vieppiù rafforzata quando il conciliatore e i facilitatori rivestono la qualifica di Professionisti tenuti al rispetto del segreto professionale. Consapevolezza delle parti di far gestire il procedimento di mediazione da tecnici specializzati nella materia trattata attraverso l’assistenza professionale (l’avvocato per questioni di diritto, il commercialista per questioni economiche e finanziarie, il geometra, l’architetto o l’ingegnere per questioni di opere, immobili e strutture, il medico per questioni medico-sanitarie, etc).

La CONCILIAZIONE è una grande opportunità per migliorare il Sistema-Paese e rafforzare la coesione sociale tra i suoi abitanti, non va sprecata.


Marco Pomaro: La figura del Conciliatore nominato dal Centro di Mediazione può essere affiancata ad altre professionalità che operano come consulenti di parte nella negoziazione dell’accordo? Lei ha parlato di Facilitatore, come negoziatore di fiducia, ci vuole spiegare meglio questa figura professionale?

Allo scopo di diffondere la cultura di conciliazione nella popolazione e di apprestare un sostegno in termini di consulenza ed assistenza a chi sta per affrontare la procedura di mediazione, è opportuno che il Conciliatore venga affiancato dal consulente di parte, o negoziatore di fiducia, che io ho chiamato FACILITATORE. In questa figura, ancora non normata dalla legge, possono identificarsi TUTTI i Professionisti, nel rispetto delle reciproche competenze per materia. 

Il Negoziatore di fiducia (FACILITATORE) assiste la parte per tutta la durata della mediazione, negoziando al suo fianco e operando anche in consulenza, a partire dalla scelta dell’Organismo di mediazione e dal timing della strategia di negoziazione che di decide di assumere. Il FACILITATORE non è figura sostitutiva del CONCILIATORE, ma figura ad esso aggiuntiva. Il Facilitatore, una volta diffuso come professionalità spendibile, avrà funzione assai strategica perché sarà lui ad indirizzare i flussi di conciliazione verso questo piuttosto che quell’altro centro di mediazione. Rappresenta un trait d’union con il Conciliatore e ne facilita il lavoro anche alla luce della diversità delle posizioni e dei compensi professionali ritraibili. Il Conciliatore è soggetto a tariffe emanate dal Ministero della Giustizia (almeno per i centri emanazione di categoria professionale)  e consente il recupero fiscale fino a 500 euro, il Facilitatore invece può negoziare con la parte di cui gode fiducia, anche i suo compensi, a forfait o a tariffa professionale, prevedendo per esempio un compenso diverso a seconda che la controversia venga risolta oppure no. 

La figura del Conciliatore, poi, è passiva, nel senso che deve essere nominato dal centro, una volta che sia stata innescata la richiesta di conciliazione, a meno che non venga espressamente richiesto da entrambe le parti nominativamente, cosa che non –allo stato- pare rappresentare l’eccezione piuttosto che la regola, in quanto per il momento sembra applicabile a quei conciliatori di chiara fama e non alla massa dei conciliatori accreditati.

La figura del FACILITATORE, invece, è attiva e direi, PRO-ATTIVA, nel senso che è lui a cercarsi il lavoro proponendosi ai clienti in tale veste. Veste che lo rende immediatamente spendibile come professionalità all’interno degli Studio professionali e del loro portafoglio clienti. Non deve attendere se e quando verrà nominato dal Centro, ma può proporsi come parte attiva dei suoi clienti in controversie da negoziare con attenzione. Può contribuire non poco a sveltire ed alleviare il carico di lavoro del Conciliatore, facendo anche da interfaccia col cliente, spiegando le conseguenze di scenari alternativi e controrilanciando proposte. Opera cioè in tutte le fasi propedeutiche all’accordo. Opera con Creatività.

Con una espressione visiva ho tratteggiato così la fattispecie: IL FACILITATORE è il promotore e il combustibile della Conciliazione/Mediazione. Il Conciliatore è il comburente.  Il Centro di Conciliazione è il braciere. Tutti e tre insieme consentono di accogliere la scintilla dell’accordo negoziato. Questa visione potrebbe dar luogo ad un circolo virtuoso professionale nella vita civile dove spesso il mancato o insufficiente coordinamento di diverse responsabilità produce situazioni di stallo che gravano sul benessere della collettività, oltre che il blocco di risorse ed investimenti in opere pubbliche o –peggio- il loro sperpero, incuria e abbandono.

Elisa Padoan: Da oggi gli oltre 160 Centri di Mediazione dislocati sul territorio nazionale saranno impegnati a gestire un flusso importante di richieste di conciliazione. Che strumenti , informatici ed organizzativi, potrebbero facilitare il loro lavoro?

Nel passato marzo 2009, ovvero ormai due anni fa, ebbi modo di ideare un Progetto innovativo sulla Conciliazione, che ho chiamato Progetto COMM-UNICO e che ho presentato alla Commissione sulla Conciliazione dell’ Ordine dei dottori commercialisti di Roma, commissione di cui ero membro.  Il Progetto COMM-UNICO è ora sul mio sito www.studioboccanera.com e prevedeva ESPRESSAMENTE che la Conciliazione per poter superare i limiti fisici e temporali del singolo Centro di conciliazione, potesse essere da questo REMOTIZZATA E DELOCALIZZATA. Dove? Presso gli Studi dei Facilitatori che operano come negoziatori di parte. Ho identificato una procedura specifica che ho chiamato CONCILIAZIONE FACILITATA. Essa ha previsto (due anni fa) che la conciliazione gestita in via diretta presso i centri avrebbe determinato dei colli di bottiglia e possibili ingorghi di flusso, atteso che non è dato stimare l’affluenza delle richieste, ma da stime del Ministero della Giustizia, riportate anche da autorevoli fonti di stampa,  si attendono circa 1 milione di richieste di conciliazione nei prossimi 12 mesi su tutto il territorio nazionale. Queste conciliazioni come possono essere gestite TUTTE nei Centri? Come possono essere assegnati tempi di gestione dei consessi di conciliazione, di per loro non programmabili? Come può essere stimata la durata e il numero delle riunioni di negoziazione? Si capisce allora che il FLUSSO DELLE CONCILIAZIONI presso i centri non è padroneggiabile con efficacia e soprattutto con efficienza. Occorre DELOCALIZZARE E REMOTIZZARE. Dove? Verso gli STUDIO DEI FACILITATORI, che rimanendo in costante contatto telematico (audio conferenza, videoconferenza, sharing di documenti, etc) ma anche all’occorrenza in contatto “di persona” con il Conciliatore  possono gestire la procedura senza ingolfare il Centro. E con enormi vantaggi. Innanzitutto di minori spostamenti delle parti e dei loro negoziatori, ma anche a vantaggio del Conciliatore, il quale si troverà a svolgere una funzione di TUTORAGGIO della Conciliazione e di rilancio di posizioni bloccatre, lasciando grande spazio ai FACILITATORI, che faranno il “grosso del lavoro”. La sua funzione sarà ancillare rispetto a quella dei facilitatori. Il vantaggio per il Conciliatore sarà meno lavoro e maggiori possibilità di operare in MULTITASKING, ovvero in contemporanea gestione di più conciliazioni insieme, in tal modo riflettendo un maggior equilibrio tra compensi attesi e quantità del lavoro prestato.

La attuale tecnologia telematica ed informatica low-cost consente questa funzionalità. Si tratta solo di capirla e di metterla in pratica. La possibilità prevista dal Legislatore di consentire l’accesso come conciliatori anche ai laureati triennali conferma questa impostazione, cioè che il CONCILIATORE non può essere lasciato solo in mezzo alle parti in lite, perché altrimenti si rischierebbe di sovrastimarne l’apporto effettivo, ma va affiancato dai due ESPERTI che operano quali negoziatori di parte che faranno il grosso del lavoro,  e della circostanza ne verrà dato conto sull’osservazione dei compensi, che saranno probabilmente assai superiori a quello del Conciliatore.

Per evitare di incorrere nel divieto della Legge che prevede l’impossibilità di gestire TUTTA la mediazione in via telematica, la parte finale che si sostanzia con la sottoscrizione del Verbale di conciliazione, e solo questa, verrà eseguita di persona al Centro. In questa fase finale, epilogo dell’accordo, verranno tutti, le parti, il Conciliatore e i Facilitatori presso il Centro e qui con la solennità del momento verrà firmato il Verbale dell’Accordo che pone fine alla controversia. Questo sì che può essere facilmente standardizzato in modo tale da assegnare a ciascuna conciliazione un timing fisso, diciamo un ora, un ora e mezza, in modo da consentire uno scheduling, una programmazione a cascata nell’ambito dell’orario di apertura del Centro.  


Per vedere l'intervista integrale cliccate qui. 





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