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martedì 20 marzo 2012

La Corte Costituzionale giudica l'obbligatorietà della mediazione


 


La Corte costituzionale giudica: 
sulle controversie relative alla legittimità costituzionale delle leggi e degli atti, aventi forza di legge, dello Stato (estratto art. 134 Costituzione)…..

Quando la Corte dichiara l'illegittimità costituzionale di una norma di legge o di atto avente forza di legge, la norma cessa di avere efficacia dal giorno successivo alla pubblicazione della decisione (estratto art 136 Costituzione).





La Corte costituzionale è chiamata a giudicare la legittimità o meno dell’impianto obbligatorio della mediazione civile e commerciale in Italia. Se venisse dichiarata legittima, la Mediazione finalizzata alla conciliazione diverrebbe per molte materie oggetto di contenzioso lo strumento obbligatorio e “naturale” di possibile risoluzione delle controversie ante causam. Se, al contrario, fosse dichiarata illegittima, la Mediazione  finalizzata alla Conciliazione diverrebbe solo volontaria e non obbligatoria, dipendendo il suo effettivo utilizzo dalla volontà di tutte le parti in conflitto, all’unanimità tra loro.

Abbiamo visto nella passata esperienza di cittadini italiani qual è stato il vantaggio della portata obbligatoria delle grandi innovazioni di costume e di abitudini del nostro Popolo. L’obbligo del casco per i motociclisti, come l’obbligo delle cinture di sicurezza per gli automobilisti, nonché la patente a punti o il divieto di fumare al chiuso nei luoghi pubblici, si sono dimostrati di grande valore collettivo per aver innestato nel Popolo la convinzione dell’ “opinio iuris ac necessitatis” di quella che poi è diventata una consuetudine di costume. 

Semplice quando indispensabile, nella sua iniziale obbligatorietà che ha consentito ai cittadini la ripetizione costante ed uniforme del comportamento obbligatorio, perché giuridicamente dovuto. Quel comportamento che poi automaticamente è entrato nell’immaginario collettivo quale normale abitudine di tutti i giorni. L’obbligatorietà iniziale della scelta ha dato luogo al miglioramento delle abitudini e dei comportamenti, dal lato individuale e dal lato collettivo.

Oggi svuotare la Mediazione/Conciliazione della sua obbligatorietà rischia di azzerare, oltre che le aspettative di tutti quei cittadini, tantissimi, che hanno seguito il percorso di legge per accreditarsi come conciliatori, soprattutto le aspettative di miglioramento di SistemaPaese che dalla Mediazione possono trarre il meme più diffusivo. 

Meno conflittualità, meno antagonismo, meno avversarialità  consentono di esprimere una visione di tutela e miglioramento di Sistema, poiché avvicinano le posizioni, mediano sui blocchi, realizzano il superamento delle ideologie e delle posizioni psicologiche di arrocco, disseminano empatia e conoscibilità del peso della posizione avversa, accreditano l’emersione delle migliori pratiche, consentono la riscoperta del ruolo sociale delle professioni, cioè fanno da traino ad innumerevoli circoli virtuosi immediatamente spendibili e senza oneri aggiuntivi per il bilancio dello Stato. 

Consentire la permanenza dell’obbligatorietà della Mediazione/Conciliazione permette di far entrare nel Patrimonio Collettivo un’abitudine, un modo di fare quotidiano, un modo di porsi, più rispettoso dell’ “altro da sé” , più empatico, più teso alla conservazione e miglioramento dei rapporti interpersonali. E in sommatoria tra loro le posizioni comportamentali di ciascuno così orientate consentono di rendere migliorabile l’intero SistemaItalia.

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